Nella mattinata del 21 ottobre una significativa porzione della east coast degli USA ha affrontato un blackout-web durato quasi 3 ore.
Numerosissimi i siti internet coinvolti.
Spotify, eBay, Twitter, Pinterest e il sito del New York Times sono solo alcuni dei siti risultati inaccessibili, soprattutto agli utenti americani.
La causa?
Un cyber-attacco a un’azienda che gestisce gli hosting di questi siti.
L’obiettivo finale dell’attacco, in forma di “Distributed denial of service” (letteralmente “diffusa negazione di servizi”), era l’azienda Dyn del New Hampshire. L’attività della Dyn consiste nel tradurre gli indirizzi che vengono digitati nei browser in indirizzi Ip, ovvero nei numeri che la Rete riconosce come distintivi di un preciso sito. È grazie a questa operazione che possiamo aprire un sito in pochi secondi.
A causa dell’attacco, Dyn ha visto i suoi server cadere sotto il peso troppo gravoso delle continue richieste di accesso ai siti non funzionanti. Il blackout, sebbene sia durato solo 2 ore e 45 muniti, ha causato danni per milioni di dollari.
La rete è un luogo che può nascondere insidie e pericoli, come questo ennesimo caso di attacco hacker dimostra. Se l’azienda che gestisce colossi come eBay e Twitter può incontrare problematiche del genere, significa che non esiste un sistema di sicurezza infallibile. Dati i loro mezzi relativamente limitati, le agenzie di web hosting più piccole sono a maggior ragione vulnerabili. Un hacker punterà più probabilmente a colpire obiettivi strategici o particolarmente significativi. Ma d’altra parte, gli strumenti e le tecnologie a disposizione delle agenzie più piccole non sono comparabili ai sistemi di difesa e controllo di quelle che gestiscono grandi volumi di pagine web oppure siti particolarmente trafficati.
Gestire problemi in rete non è sempre semplice. Nella nostra realtà difficilmente possiamo pensare di subire cyber-attacchi, ma può capitare che un sito non funzioni. Ci impegnamo costantemente nel fornire un servizio eccellente ai nostri clienti. Purtroppo però, in caso di problematiche gravi, le nostre forze a volte non bastano per risolvere la situazione con la rapidità che vorremmo.
Dopotutto, anche a un’azienda fra le più grandi e tutelate al mondo ci sono volute quasi 3 ore per far rientrare un’emergenza.
La rete non è un mondo troppo sicuro.
Servono molte competenze per capire come risolvere determinati tipi di emergenze che possono verificarsi sul web.
Se hai un sito internet, non agire da solo: affidati a chi conosce le problematiche che possono insorgere e sa come agire.