La risposta non è solo un sì, ma un invito a riflettere profondamente sul concetto di lavoro stesso. Lo Sloworking Day, a cui Alexander e Chiara hanno partecipato, ci ha offerto uno spazio prezioso per esplorare modalità più umane e sostenibili di vivere il lavoro. È stato un momento per rallentare e rimettere al centro ciò che spesso viene trascurato: l’equilibrio tra sicurezza, qualità della vita e il piacere di creare.
Non si tratta solo di teoria. Come emerso durante l’evento, costruire un nuovo paradigma lavorativo richiede tre pilastri fondamentali:
- competenze individuali, ovvero la capacità di gestire il proprio tempo, definire confini chiari tra lavoro e vita personale e sviluppare una consapevolezza digitale;
- norme sociali e organizzative che promuovano pratiche di lavoro più inclusive, rispettose dei bisogni delle persone e orientate al lungo termine;
- strumenti digitali appropriati, che aiutino a gestire la sovrabbondanza di comunicazione e a mantenere un senso di benessere e appagamento.
Uno dei concetti chiave emersi è stato proprio quello di digital wellbeing: uno stato in cui il benessere soggettivo viene preservato in un ambiente caratterizzato dall’abbondanza di comunicazione digitale. Come spiegato, vivere una condizione di digital wellbeing significa riuscire a indirizzare l’uso dei media digitali verso una sensazione di comfort, sicurezza, soddisfazione e realizzazione personale.
Un luogo di dialogo autentico
Lo Sloworking Day è stato descritto dai partecipanti come una “boccata d’ossigeno” e una “preziosa occasione per riflettere sulla trasformazione profonda del lavoro e delle nostre vite”. Attraverso il confronto tra esperienze diverse, dal mondo delle imprese al non profit, fino a freelance e partite IVA, si è aperto un dialogo autentico e aperto su come ripensare il lavoro con una visione più umana e sostenibile.
Alexander, da sempre attento a trovare nuove modalità per vivere il lavoro in armonia con la vita, ha trovato nell’evento spunti concreti per alimentare il proprio percorso personale e professionale. La possibilità di rallentare e riflettere, di ascoltare storie diverse e condividere la propria voce, ha confermato che trasformare un qualsiasi working day in uno sloworking day è non solo possibile, ma necessario.
Il valore del processo, non solo del risultato
Come ricordato dalla mail ricevuta dopo l’evento, “il risultato è importante, ma il processo per raggiungerlo lo è altrettanto”. Questa frase racchiude l’essenza dello Sloworking Day: lavorare a ritmo di vita significa dare valore non solo agli obiettivi, ma anche al modo in cui li perseguiamo. Significa scegliere consapevolmente di rallentare per costruire qualcosa di duraturo e significativo, senza sacrificare il benessere personale lungo il percorso.
E allora, lavorare a ritmo di vita si può? Sì, se siamo disposti a mettere in discussione abitudini consolidate e a ripensare il lavoro come un’esperienza che arricchisce, non solo un dovere da portare a termine.