Abbiamo partecipato, presso il Cam Ecoservice s.r.l, accreditato Regione Lombardia, ad un evento formativo sul tecnostress. Obiettivo dell’incontro: diffondere una maggior consapevolezza fra le imprese circa il rischio e la pericolosità dell’utilizzo dei mezzi di comunicazione tecnologici.
Il fine delle imprese, che hanno partecipato al progetto, è l’utilizzo delle nuove tecnologie, prestando attenzione alla salute dei propri dipendenti.
Il Prof. Bacchini Francesco, il Prof. Galimberti Carlo e il Dott. Bernardelli Luca hanno tenuto, mercoledì 10 maggio 2017 presso l’Aula Convegni di Cam EcoService a Monza, un convegno per approfondire l’argomento e invitare i partecipanti a non sottovalutare i rischi derivanti da questa malattia professionale (riconosciuta tale da una sentenza del 2007 della procura di Torino).
Il tecnostress è una forma di stress derivante dallo scorretto utilizzo dei mezzi di comunicazione durante l’attività lavorativa e, oggi, i lavoratori a rischio si aggirano intorno al 45% del totale. L’uso massivo dei dispositivi tecnologici e digitali genera numerose problematiche psicofisiche che sfociano in disturbi quali ansia (20,4%), stanchezza cronica (23,3%), insonnia (22,9%), mal di testa (44,5%), riduzione del grado di concentrazione (35,4%), sbalzi d’umore (33,8%), tensioni muscolari (28,5%), disturbi dell’apparato gastrointestinale (15,8%) e dermatiti dovute a stress (6,9%).
Iperconnessione.
In Francia, è stata emanata una legge che garantisce ad alcuni lavoratori il diritto alla disconnessione dai dispositivi tecnologici fuori dall’orario d’ufficio.
Lo stato invoglia le aziende a prendere parte alle attività di informazione e ad aggiornarsi in seguito alla repentina evoluzione delle tecnologie.
Il tecnostress, se non curato, è in grado di causare improduttività poiché si genera, all’interno della mente del lavoratore, un sentimento di ansia da disconnessione. Questo stato d’animo è dovuto alla paura di perdere alcune richieste ricevute al di fuori dell’orario lavorativo, al multitasking compulsivo e al sovraccarico informativo. Oltre alle conseguenze citate in precedenza, si aggiunge l’aspetto umano: la possibilità che nascano conflitti tra la famiglia e il lavoro non è poi così remota.
Prevenzione: il miglior rimedio.
Partendo dal presupposto che i corsi di formazione sono il miglior modo di fare prevenzione e la prevenzione è il miglior rimedio, ne esistono altri che ti aiuteranno a liberarti del tecnostress, se sei già caduto in questa trappola.
Ti potranno tornare utili tutte le attività che aiutano a rilassare l’organismo: praticare sport (tra cui la ginnastica preventiva), sottoporsi a massaggi antistress e attività di riflessione e meditazione (tra cui lo yoga).
Avere un occhio di riguardo per i vostri lavoratori è sempre molto vantaggioso sia a livello umano sia a livello produttivo. Oggi, l’Italia è il paese con il rapporto produttività-tempo trascorso in ufficio peggiore in Europa.
Perciò, bisognerebbe, da oggi in poi, cominciare da piccoli accorgimenti (come partecipare ai corsi sulla prevenzione) per risolvere grandi problemi.