Il 23 novembre, nella sede Vimercatese di CISCO Italia, si è svolto l’evento “Internet Of Things come tecnologia abilitante: le opportunità di sviluppo delle Aziende e della rete”, organizzato dal Distretto Green & High Tech di Monza e Brianza. Noi eravamo presenti e vogliamo raccontarti la nostra esperienza.

Con Internet of things si intende la possibilità di dare un’identità elettronica alle cose, renderle intelligenti e connesse. Attualmente, nel mondo, sono connessi circa 23 miliardi di oggetti e devices. Si prevede che, entro il 2020, questo numero sarà più che raddoppiato. Questa corsa all’interconnessione è parte integrante di un fenomeno più ampio, quello della digitalizzazione, che nel corso degli ultimi anni si è esteso a sempre più ambiti. Basti pensare che il digital ha coinvolto anche la criminalità. Oggi il cyber crime è l’attività illegale numero uno al mondo.
Attualmente ci troviamo in una nuova fase di rivoluzione industriale, quella dell’industria 4.0. Le nuove tecnologie, che hanno aperto questo momento storico, sono in gran parte legate alla rete. Oggi è impossibile immaginare realtà aziendali strutturate che non utilizzano cloud, piattaforme digitali integrate, devices interconnessi, sistemi di gestione di dati.
Il nuovo status quo dettato dal digital è un flusso in continua evoluzione, dove il cambiamento è la regola e l’adattamento è l’unica possibilità di sopravvivenza. In questo contesto, è essenziale apprendere in modo continuo e aggiornare competenze e tecnologie, spiega Michele Dalmazzoni di Cisco Italia.

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La digitalizzazione sta rapidamente trasformando il volto del mercato, dalla produzione alla fornitura di servizi. In primo luogo favorisce il mutamento dei business models già esistenti e la nascita di nuovi. È in questa cornice che Airbnb compete con le migliori catene di hotel al mondo, senza possedere alcuna camera. Il digital inoltre amplia le potenzialità della forza lavoro, consente di fare molto di più con sforzo minore, permette la creazione di una customer experience su misura (a dispetto dei grandi volumi di clientela).
Anche il settore manifatturiero (industriale o artigianale) non è esente da questi cambiamenti. La Marzocco, eccellenza fiorentina nel campo delle macchine da caffè, non solo produce (quasi artigianalmente) apparecchi di qualità superiore: ha integrato in essi un software che analizza la qualità dell’acqua, lo stato di usura dei componenti, sistemi di pressione del caffé che ne esaltano l’aroma.
La fabbrica del futuro, o meglio, del presente, è altamente connessa e digitalizzata. Un celebre esempio italiano è rappresentato da Marcegaglia.
Tre sono gli aspetti che contraddistinguono la connected factory:

  • Apps per la collaborazione interna e per l’analisi degli obiettivi
  • Computing: virtualizzazione, connessione fra macchinari
  • Infrastrutture wireless, di sicurezza, network aziendale

Internet of Things è la scommessa del Distretto Green e High Tech di Monza e Brianza.
Come illustrato da Giacomo Piccini, direttore del Distretto, si tratta di un progetto di sviluppo che coinvolge tre parti: grandi aziende, PMI e centri di ricerca. I tre soggetti, coordinati dal Distretto, lavorano in sinergia per portare l’innovazione nel territorio brianzolo, digitalizzandolo a livello capillare: trasporti, domotica, industria, servizi.
All’interno del progetto ogni interlocutore ricopre un preciso ruolo.

  • I centri di ricerca (prima fra tutti l’Università degli Studi di Milano-Bicocca) si occupano della creazione di soluzioni nuove;
  • Le grandi aziende forniscono le tecnologie necessarie;
  • Le PMI le adattano ai diversi ambiti di loro competenza.

Il progetto prevede la realizzazione di Home of IoT, un laboratorio di ricerca nell’area dell’Università di Milano-Bicocca. Questo centro permetterà la stretta e costante collaborazione fra ricercatori universitari ed esperti aziendali.